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Inserito il: 22 Feb 2012 16:11
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non si sa se ci sono o no westini....sugli articoli non sono menzionati....ma a volte westini e maltesi e barboncini da piccoli piccoli si assomigliano....
il triste è che comunque sono tanti!!! -
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Inserito il: 22 Feb 2012 16:39
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Ginevrina.... abbiamo i nostri agganci...
sennò ti avremmo chiesto di andare in avanscoperta per salvare i nostri fratellini!!! -
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Inserito il: 22 Feb 2012 17:12
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ho trovato il video.... http://notizie.tiscali.it/videonews/105766/Italia/
sono così piccoli e indifesi!!!!
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Palmanova (TMNews) - Scoperto un traffico illegale di cuccioli di cane di razze molto pregiate e particolarmente richieste dal mercato nero della Campania provenienti dall'Est e, in particolare, dall'Ungheria.
Dopo il sequestro di 272 cani, i finanzieri di Trieste hanno sequestrato altri 209 cuccioli tra cui Chihuahua, Pinceer, Yorkshire, Alani e Labrador. Tutti i cuccioli sequestrati hanno meno di dodici settimane di vita, molti addirittura meno di quattro settimane. Piccoli e indifesi, viaggiavano all'interno di un furgone fermato sull'autostrada A4 nel comune di Palmanova e molti erano in precarie condizioni di salute. I responsabili del trasporto, due uomini di origine campana, sono stati denunciati per traffico illecito, maltrattamento e abbandono di animali. Il futuro di questi cuccioli ora volge al meglio, ai militari delle fiamme gialle sono già arrivate più di cinquemila richieste di adozione da ogni parte d'Italia. -
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Inserito il: 19 Apr 2012 09:51
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ripropongo questo topic....
http://www.madpuppymills.org/home0.aspx è in inglese... c'è anche un video.... le immagini parlano da sole e non occorre fare nessuna traduzione.
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Inserito il: 19 Apr 2012 11:26
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Mi chiedo: un giorno gli esseri umani pagheranno per tanta sofferenza???
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Traffico di cuccioli dall\'Est Europeo
lunedì 18 giugno 2012
Molta gente ancora non ha capito cosa si nasconde dietro al traffico di cuccioli dall’Est europeo, ovvero dei cuccioli commercializzati dalla stragrande maggioranza dei negozi e dei cosiddetti “puppy mills”, ovvero sedicenti allevamenti che si pubblicizzano con frasi come “Dieci (o venti, trenta…) bellissime razze! Spedizioni in tutta Italia, isole comprese!” come se i cuccioli fossero armadietti per la cucina.
Ma che c’è di sbagliato, in fondo, in questi cuccioletti di provenienza ungherese o rumena, che appaiono tanto carini e che (secondo la vox populi, perché la realtà è un po’ diversa) costano meno di un cane di allevamento?
Forse i cani di allevamento sono un po’ più belli ma se non si è intenzionati a fare esposizioni, cosa importa se un’orecchia è un po’ più lunga, o se il pelo è un po’ meno soffice?
Altra obiezione “classica”: ma andiamo,il cucciolo è un cucciolo, punto e basta! Cosa sono tutti questi problemi? La cosa più logica da fare quando si decide per l’acquisto è andare a cercare il posto: a) più comodo, b) più economico.
Partiamo allora da quest’ultimo punto, chiarendo subito che i cuccioli dell’Est non sono mai “a buon prezzo” come potrebbe sembrare a prima vista.
Infatti quel (poco) che si risparmia all’atto dell’acquisto verrà vanificato dalle spese veterinarie sostenute per rimettere in sesto un cane quasi sempre malato, spesso gravemente.
Ma è proprio vero che i cuccioli dell’Est sono quasi sempre malati?
Purtroppo sì, è vero. Ed è vero perché sono allevati “a basso costo”.
Ma questo non significa assolutamente che ci si sforza di venire incontro al cliente per fargli spendere meno!
Significa invece che:
a) i cuccioli nascono da genitori scelti a casaccio, senza criteri selettivi, perché i test per verificare la presenza di tare genetiche costano cari. Quindi non si fanno. Nessuno controlla le patologie oculari, la displasia dell’anca e del gomito, le malattie cardiache ereditarie. Se i genitori sono affetti non vengono mai esclusi dalla riproduzione (come avviene in un buon allevamento), ma usati (anzi, sfruttati) a più non posso. E i cuccioli ereditano queste malattie;
b) le fattrici sfornano una cucciolata dopo l’altra, ogni sei mesi, senza alcun tempo di ripresa: non sono accudite amorevolmente dopo il parto, ma messe lì in attesa del prossimo calore, come in una catena di montaggio. Ovviamente questo debilita immensamente le cagne, e da madri debilitate possono nascere solo cuccioli deboli;
c) per le madri si usa cibo a sua volta a basso costo, e quindi di bassa qualità, che debilita ancora di più le cagne. I cuccioli vengono a malapena svezzati – sempre con cibo di bassa qualità – e poi impacchettati e spediti, perché tenerli più a lungo comporterebbe un costo aggiuntivo che i “cagnari” si guardano bene dal sostenere;
d) i cuccioli vengono “impacchettati e spediti” intorno ai 30-35 giorni di età, perché a 40 giorni (età in cui risultano più “appetibili” per il cliente) devono già essere in vetrina. Questo significa che non possono essere vaccinati (la prima vaccinazione non si può effettuare prima dei 50 giorni perché non avrebbe alcun effetto, essendoci ancora in circolo gli anticorpi materni). Inoltre, a questa età, il sistema immunitario del cucciolo non è ancora completamente sviluppato: quindi i cani non hanno letteralmente difese contro gli agenti patogeni, i virus, i batteri che possono incontrare sul loro cammino;
e) i cuccioli, per arrivare in Italia dall’Ungheria o dagli altri Paesi sedi dei canifici, viaggiano per almeno due giorni (debilitati e senza alcuna protezione vaccinale) su camion senza riscaldamento, stivati come galline in gabbiette non igienizzate che hanno visto passare altre migliaia di cuccioli con i risultati che si possono facilmente intuire.
Perché, allora, i commercianti acquistano i cani dell’Est?
Perché gli allevatori di qualità, che selezionano con cura e amano i loro cuccioli come se fossero loro figli, ben difficilmente vendono ai negozi: infatti gli allevatori di qualità selezionano anche i clienti. Vogliono conoscerli, sapere chi sono, seguirli lungo tutto il cammino della vita del cucciolo. Questo non sarebbe possibile se i cuccioli venissero consegnati a un rivenditore.
In Italia, ovviamente, non ci sono solo allevatori di qualità (magari!) ed esistono anche allevatori che rivendono ai negozi: ma il loro prezzo non è mai inferiore ai 250-300 euro.
I cani dell’Est costano circa 50 euro e i conti sono presto fatti.
All’importatore-grossista, così come al rivenditore finale, non importa se qualche cucciolo muore e/o qualcun altro deve essere sostituito: il risparmio è tale che possono mettere in conto un 50% di decessi senza che questo renda meno remunerativo l’affare e infatti la percentuale di cuccioli dell’Est che non sopravvive all’importazione si aggira proprio intorno al 50%. Alcuni muoiono durante il viaggio molti, purtroppo, nelle case dei nuovi proprietari.
Eppure i cuccioli in vetrina sembrano sempre in ottima forma! Come possono essere tutti malati?
Purtroppo possono, eccome.
Solo che, appena sbarcati in negozio, vengono immediatamente riempiti di gammaglobuline (e talvolta anche di eccitanti) per “mascherare” la situazione reale, che si manifesta sempre e solo dopo la vendita.
I cuccioli dell’Est vengono venduti solo in negozio?
No, purtroppo: anche molti sedicenti allevatori sono in realtà degli importatori.
In generale, tutte le strutture che garantiscono la “pronta consegna” di qualsiasi razza di cane sono altamente sospettabili.
Un altro mezzo di diffusione molto noto (e – cosa vergognosa! – addirittura promosso, recentemente, dal Tg5) sono le cosiddette “Fiere del cucciolo”, “Cucciolandie” e affini.
Se un cucciolo muore dopo pochi giorni dall’acquisto, non si dovrebbe avere diritto a un risarcimento?
Certo, la legge lo prevederebbe ma i negozianti mettono – ovviamente – le mani avanti per tutelarsi.
Ecco alcuni tipici segni di fregatura in arrivo:
a) richiesta di denaro contante e rifiuto di assegni, bancomat, carta di credito;
b) richiesta di firmare una “garanzia” che, se letta attentamente, conterrà sempre assurdità quali la durata di 24-48 ore (pazzesco! Il tempo di incubazione delle più comuni malattie virali è di quindici giorni!), il divieto di far visitare il cucciolo da veterinario diverso da quello suggerito dal negoziante (sembra incredibile, ma abbiamo visto anche questa!) e/o altre postille varie che di fatto sollevano il venditore da qualsiasi responsabilità;
c) la mancata consegna di scontrino fiscale per quanto riguarda il cucciolo: sullo scontrino troverete solo le voci relative al cibo, alle ciotole ecc.
Se un cliente la mette proprio giù dura, il negoziante solitamente sostituisce il cucciolo con un altro (sempre dell’Est, ovviamente!): sappiamo di un caso in cui è morto ANCHE il secondo cucciolo, per di più in una famiglia in cui era presente un bambino e si può immaginare la sua felicità in tutto questo.
Comunque, in alcuni casi, è ancora possibile intentare una causa ed essere risarciti (anche se si è firmato un contratto-capestro). -
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Non intendiamo, da queste pagine, dare ulteriori armi ai negozianti disonesti e spiegare loro come difendersi meglio: quindi, se volete saperne di più, scrivete all’indirizzo della redazione o mandate una e-mail a canidellest@tipresentoilcane.com.
Vi metteremo in contatto con l’avvocato Simona Mosconi, che dopo essere stata a sua volta vittima di questo losco traffico (il suo west highland è vissuto solo dieci giorni) è riuscita a far sequestrare i cuccioli dell’Est venduti da un grande pet-shop di Milano ed è ancora sulla breccia, insieme alla nostra rivista, per proseguire questa battaglia.
Tutti i cani dell’Est europeo sono cuccioli di scarto?
Ovviamente no! Questo traffico riguarda solo i cosiddetti “canifici”, ovvero gli allevamenti “a basso costo” in cui si producono cuccioli badando solo alla quantità e non alla qualità.
In Ungheria, Romania e altri Paesi europei esistono anche ottimi allevamenti, che producono ottimi cuccioli e NON li vendono ai negozi italiani, così come non lo fanno, per i motivi già visti, i migliori allevatori di casa nostra.
Quando si parla di “cuccioli dell’Est” ci si riferisce sempre e solo ai canifici: è importante (e corretto!) specificare che all’Est non ci sono solo canifici, ma è ancor più importante ricordare che i cuccioli che vengono importati e rivenduti da negozi e fiere sono SOLO ED ESCLUSIVAMENTE cuccioli di scarto.
Se il negoziante vi parla di cuccioli “figli di campioni ungheresi”, nove volte su dieci vi sta truffando! Chiedetegli la dimostrazione pratica di quanto sta affermando e vedrete che succede.
Perché nessuno fa nulla per fermare questo traffico?
La risposta è davvero molto triste: perché E’ TUTTO LEGALE.
Cagnari, canifici e negozi si pubblicizzano impunemente dalle pagine di quotidiani, riviste e perfino riviste specializzate (per quanto ne sappiamo, “Ti presento il cane” è al momento l’UNICA rivista che rifiuta la pubblicità di importatori e rivenditori di cuccioli dell’Est), perché la legge italiana non si interessa del problema; i media non si interessano del problema; nessuno se ne interessa finché magari non acquista un cucciolo per i suoi bambini e il cucciolo muore.
E’ perfettamente legale importare cuccioli, purché in regola con le vaccinazioni: ma i libretti si falsificano senza problema, basta un veterinario complice.
E’ perfettamente legale (ed è VERGOGNOSO che lo sia) esporre i cuccioli in vetrina, a rotazione, così se uno solo di essi fosse malato è garantito che impesta anche tutti quelli che arriveranno dopo di lui (ma intanto ci sono la gammaglobuline!).
E’ perfettamente legale, sempre con la complicità di un veterinario, “dopare” letteralmente i cuccioli per farli sembrare vispi e allegri: basta che il veterinario dichiari che avevano bisogno della somministrazione di quei tali farmaci.
Purtroppo sì, è proprio così: i veterinari complici non solo esistono, ma sono anche numerosissimi.
E l’Ordine dei Veterinari, invece di cercarli uno ad uno e di radiarli ignominiosamente, si preoccupa di punire chi cerca di offrire un servizio sociale come sta accadendo alla Mutua veterinaria di Torino, di cui parleremo nel prossimo numero.
Di cani dell’Est ho tentato personalmente di parlare ai media (innumerevoli e-mail, fax e lettere spedite a Maurizio Costanzo, Striscia la Notizia e altri): non ho mai avuto nessuna risposta.
Stessa sorte per molte altre persone che conosco, dall’animalista sfegatato al semplice cinofilo a cui è morto il cucciolo tra le braccia.
Certo, in questo traffico sono implicate troppe realtà: negozi, allevatori, veterinari, lo stesso ENCI (che voltura i pedigree ungheresi senza fiatare, dando ai cani dell’Est – o almeno a quelli sopravissuti - un pedigree italiano e la possibilità di riprodursi) e ovviamente lo Stato italiano, che permette le importazioni senza sufficienti accertamenti.
Andare a mettere il dito nella piaga rischia di sollevare un vespaio non indifferente e forse per questo, TUTTO TACE.
Tutti i negozi vendono sempre e solo cani dell’Est?
No, non tutti: anche se purtroppo si tratta della stragrande maggioranza.
Però ci sono anche negozianti-allevatori che vendono i propri cuccioli, talora di ottimo livello.
Come faccio a capire se il negoziante vuole vendermi un cucciolo-truffa?
E’ molto semplice. Basta:
a) chiedere la provenienza esatta del cucciolo e farsela mettere per iscritto.
Ricordiamo che i venditori senza scrupoli cercheranno sempre di far leva sui nostri sentimenti, facendoci sentire addirittura dei disgraziati se facciamo domande precise: ma come? L'amore per il cane non viene prima di ogni altra cosa?
Che ci importa della provenienza, dell'età, del pedigree e di tutte queste sciocchezze?
ATTENZIONE: il gioco è vecchio e sporco...e funziona a meraviglia da anni. Ma è ora di finirla.
Se il venditore accenna a motivazione sentimentali per sviare le nostre domande, rispondiamogli gentilmente che poiché il cucciolo non ci viene regalato, ma dobbiamo pagare per averlo, siamo "costretti" a tutelarci e a chiedere precise garanzie come avviene per qualsiasi compravendita.
Quindi restiamo fermi nelle nostre richieste, e se non vengono accontentate andiamocene senza accettare compromessi. -
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Inserito il: 02 Jul 2012 22:58
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Di musetti dolci come quello a cui potremmo rinunciare è pieno il mondo: di truffatori, per fortuna, no.
b) richiedere una garanzia sanitaria (sempre scritta!) di almeno venti giorni. Se il cucciolo fosse in buona salute e regolarmente vaccinato, il negoziante non rischierebbe nulla, fornendola.
Se non vuole farlo, è perché ha la coscienza sporca.
Come ci si può tutelare?
Innanzitutto nel modo più semplice: non comprando cuccioli in negozio né alla fiere, e non comprando cuccioli da nessun sedicente “allevamento” che venda cuccioli di oltre dieci razze.
Allevare è un lavoro impegnativo, difficile, che richiede amore e pazienza: è già difficile farlo con una-due razze. Con dieci è impossibile.
Chi alleva troppo alleva sicuramente male: può essere un “cagnaro nostrano” o un importatore, ma in ogni caso non vi darà molte garanzie di salute, bellezza e carattere. Quindi, meglio evitare in ogni caso.
Se volete un cane a basso costo, se non vi interessa farlo riprodurre, se non vi importa nulla di esposizioni o prove di lavoro i canili sono ZEPPI di cani di ogni età, sesso, forma e colore che aspettano solo una famiglia.
Perché cercare proprio il cane di razza?
La risposta più classica è : “Perché mi piace esteticamente. E poi perché da un cane di razza so esattamente cosa aspettarmi: so quanto sarà grande, che tipo di pelo avrà, che carattere avrà!”.
Be’ con i cani dell’Est questo non è MAI vero. Il vostro cucciolo, da adulto, somiglierà – questo sì – alla razza di cui vi eravate innamorati ma non sarà un BEL rappresentante di quella razza e soprattutto non avrà mai un carattere corrispondente a quello descritto dallo Standard di razza. Un po’ perché, dove non c’è selezione, non ci sono neppure risultati (né morfologici, né caratteriali): un po’ perché il distacco precoce dalla madre e i traumi subiti da TUTTI i cuccioli dell’Est causano immancabilmente problemi di carattere.
Tra i cani dell’Est ho già incontrato personalmente Labrador, husky e golden mordaci, rottweiler timidissimi, beagle inavvicinabili dai bambini e così via.
Se nessuno comprasse più i cuccioli dell’Est, quei poverini che fine farebbero?
Questa domanda sembra assai più sensata di quanto non sia perché in realtà non dovremmo preoccuparci di “salvare dei cuccioli”.
Se nessuno comprasse più cani dell’Est, i negozianti smetterebbero di rifornirsi dagli importatori. Se gli importatori non comprassero più cuccioli, gli allevatori smetterebbero di produrli e si dedicherebbero ad altro.
I cuccioli non vengono al mondo da soli: se nessuno potesse più godere del business a loro legato, si smetterebbe semplicemente di far nascere dei poveri infelici.
Per quanto riguarda quelli già presenti, occorrerebbe SUBITO una legge severa sulle importazioni (legge che NESSUNO sta richiedendo con sufficiente forza: neppure le associazioni animaliste): a questo punto dovrebbe partire una bella indagine sui cuccioli già presenti in Italia. Quelli in perfette condizioni potrebbero essere commercializzati mentre gli verrebbero sequestrati, affidati a canili sanitari e poi dati in adozione (ma gratuitamente, dopo essere stati curati).
Non so se una legge seria ci sarà mai: noi ci proviamo ma visto come il Governo ha affrontato il problema dei “cani pericolosi”, ho seri dubbi su quello che potrebbe inventare per arginare il traffico dei cani dell’Est.
Quindi, al momento, le uniche cose da fare per contrastare questo traffico sono due:
a) NON COMPRARE cuccioli nati in un canificio:
b) INFORMARE più persone possibile: parenti, amici e pure nemici, perché troppa gente ancora NON SA. Ed è così che questo traffico prospera: sull’ignoranza del pubblico e sulla pelle dei cuccioli.
E’ possibile che un negoziante sia in buona fede, e non sappia cosa si nasconde dietro a questo traffico?
Per quella che è la mia personale esperienza, NO. Non è possibile. Semplicemente perché non è possibile che il negoziante consideri “normale” una percentuale di cuccioli malati e/o morti come quella che riguarda i cani dell’Est.
Tutti i commercianti che finora sono stati messi alle strette, anche se al cliente avevano fatto credere di essere degli ignari angioletti, alla fin fine sono risultati perfettamente consapevoli.
E’ dura farglielo ammettere (è stata dura anche per la Guardia di Finanza, nei casi che ha trattato) ma finora la realtà pare essere sempre e solo questa: negozianti e cagnari sanno benissimo quello che fanno. -
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Inserito il: 02 Jul 2012 22:58
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ALCUNE CONSEGUENZE DELLA TRATTA DALL'EST
- recrudescenza della diffusione di malattie che erano ormai praticamente SCOMPARSE dal panorama cinofilo italiano, come cimurro e parvovirosi. I cani dell'Est, debilitati e malnutriti, rappresentano un prezioso serbatoio per questi virus che sono tornati ad appestare le nostre città, diffondendosi a macchia l'olio con gravi conseguenze per TUTTI i cani italiani;
- estrema difficoltà di controllo delle malattie genetiche (displasia dell'anca e del gomito, patologie oculari, patologie cardiache ecc).
Quasi tutti i Club di razza si stanno dando un gran daffare per monitorare e selezionare la popolazione canina, escludendo dalla riproduzione i cani portatori di tare: mentre i cani dell'Est sono quasi immancabilmente affetti da tare genetiche, perché su di loro non esiste NESSUN controllo.
Quando arrivano in Italia e l'ENCI - senza alcun controllo - concede loro un pedigree italiano, questi cani vengono quasi immancabilmente messi in riproduzione dai loro proprietari, a cui fa piacere avere una cucciolata (anche perché persistono dicerie infondate come quella secondo cui la cagna "deve" partorire almeno una volta nella vita) e che ovviamente non hanno idea del danno che possono causare alla razza.
La maggior parte delle persone non sa neppure cos'è il controllo delle malattie genetiche: e non capisce che, se è giusto che il mondo sia dei belli e anche dei meno belli...non è giusto che sia anche dei cani malati, almeno quando si avrebbero i mezzi per evitarlo;
- un'infinità di persone letteralmente truffate e di bambini disperati perché il cucciolo tanto sognato gli è morto tra le braccia dopo pochi giorni;
- sensibile danno per l'allevamento italiano di qualità, che pur affrontando spese ed impegni di grande rilevanza rischia di non vendere i propri cuccioli (sani e tipici).
Perché? Ma perché è considerato "troppo caro"!
Commercianti e cagnari, in realtà, riescono a vendere il cucciolo a qualche centinaio di euro in meno: intanto ci stra-guadagnano lo stesso.
Così gli allevatori seri, per stare almeno nelle spese, devono effettivamente vendere i cuccioli a un prezzo più alto di quello che potrebbero tenere se fossero solo loro a coprire la richiesta nazionale.
Infatti, vendendo di più, potrebbero produrre "un po' di più" : certamente non con i ritmi dei carnifici, che oltre ai cuccioli stressano anche le cagne facendole coprire ad ogni calore...ma una cucciolata in più all'anno potrebbero pensare di farla.
E producendo di più e avendo un mercato su cui contare potrebbero abbassare leggermente i prezzi.
In questo modo ci sarebbe anche una maggior produzione di qualità su cui contare e tra cui scegliere i migliori riproduttori, per elevare sempre più il livello della nostra cinofilia.
Mentre oggi capita che allevatori serissimi e coscienziosissimi non abbiano prenotazioni , mentre i cuccioli della stessa razza provenienti dall'Est arrivano letteralmente a carrettate, vanno in vetrina e vengono venduti a ritmi vertiginosi.
CONCLUDENDO:
Se possibile, evitate l’acquisto del cucciolo a Natale: ai vostri bambini regalate una foto della razza che avete scelto, con scritto “Buono per l’arrivo di un meraviglioso cucciolo, non appena l’allevatore sarà pronto per consegnarcelo”.
Ma se proprio DOVETE acquistare il cucciolo sotto le feste, se pensate di non poter sopravvivere un mese in più, se siete assolutamente sicuri che questi siano gli UNICI giorni adatti allora, vi prego, non comprate cani dell’Est. Per nessun motivo al mondo, qualsiasi favola vi raccontino o provino a raccontarvi.
E se invece avete capito le mie parole, e avete creduto a quella che è semplicemente la verità parlatene anche con i vostri amici, parenti, conoscenti. Fotocopiate queste pagine e fate opera di volantinaggio.
Spargete la voce più che potete. Perché laddove la legge non arriva a tutelare i cuccioli, forse il passaparola più farlo.
Articolo tratto da “ti presento il cane” di Valeria Rossi -
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Inserito il: 04 Dec 2012 12:25
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si avvicina Natale....... e .......
Cuccioli dell’Est: giochiamo a capirci
Valeria Rossi | 29 novembre 2012
di VALERIA ROSSI – Poco fa ho letto un commento all’articolo sulla disinformazione dei volontari che mi ha fatto veramente girare le scatole. Il lettore, infatti, trovava scorretto che io avessi attaccato dei poveri negozianti che dopotutto “hanno una licenza di commercio”, e soprattutto faceva illazioni sul fatto che gli allevatori italiani se la prendessero con i cagnari (da lui definiti “allevatori”) dell’Est “perché gli portano via i profitti”.
Ora, io posso anche mettermi a ridere di cuore quando mi dicono che sono “invidiosa” di Millan o di Vaira… ma se sento dire che gli allevatori seri “sono invidiosi perché quelli dell’Est gli portano via il guadagno”, allora divento una iena.
Ma siccome non ho l’abitudine di mordere a vanvera, motivo la mia incazzatura riportando qui sotto, in fila e senza alcun commento, una serie di testimonianze un po’ datate (sono state raccolte nel 2004), ma direi ugualmente piuttosto indicative di ciò che significa “cuccioli dell’Est”.
E non è certo un fenomeno finito, perché di lettere come queste me ne arrivano ancora oggi… anzi, tra poco sarà Natale e sono già pronta a riceverne la consueta overdose per la Befana.
Le lettere sono riportate esattamente come sono arrivate, non corrette e non manipolate in alcun modo: ho solo levato i nomi e cognomi, ma li ho tutti e sono a disposizione di chiunque fosse interessato ad eventuali controlli.
Chi vuole, legga… preavvisando che ci vuole un po’ di pelo sullo stomaco per leggere fino in fondo (non ho messo alcuna foto: in qualche caso io le ho, ma vi assicuro che non volete vederle).
Così spero che ci si possa fare un’idea del VERO motivo per cui un allevatore serio (e qualsiasi cinofilo minimamente informato) sentendo parlare di cuccioli dell’Est, ha un travaso di bile.
1 – Circa due anni fa ci fu qui ad Arezzo una mostra del cucciolo, dove affittarono un grande locale e ci misero delle gabbie con dentro dei cuccioli di tutte le razze, quando chiedevi informazioni per l’acquisto, ti veniva fornito un allevamento nei pressi di Reggio Emilia. Dopo pochi giorni andai a visitare questo allevamento, era immenso, c’erano centinaia di cuccioli tenuti in gabbie tutti insieme anche di razze diversi e si azzuffavano in continuazione, siccome io ero interessato all’acquisto di un chow chow, mi portò a vedere alcuni tenuti in locali completamente senza luce per cui in questa gabbia c’ erano molti chow chow alcuni anche di qualche mese e come mi sono avvicinato mi hanno ringhiato impauriti per cui il proprietario mi ha sconsigliato di prendere uno di quelli perché a suo dire erano aggressivi, tenuti in quelle condizioni io credo che era già un miracolo se erano vivi.
Mi consigliò un’altro cucciolo di chow chow che era in una gabbietta insieme a altri due cuccioli di razze diverse di cui uno ricordo era un carlino, ricordo aveva una pancina gonfia quasi se stava per scoppiare, lo presi subito al prezzo di un milione delle vecchie lire, più mi disse che se volevo il certificato dovevo pagare altre 100 mila lire cosa che feci, lungo il tragitto ogni piazzola mi fermavo e poverino aveva una diarrea!
Oggi ha due anni e mezzo, ti elenco quello che sto spendendo per curare questo amore di cucciolo:
-l’ho operato perché non scendeva un testicolo;
-l’ho operato all’occhio credo si chiami empropio o cosa simili, sempre malattie ereditarie;
-ogni mattina e dico ogni mattina lo medico per le sue dermatite per le sue allergie, per le sue diarree.
Sicuramente è stato fortunato perché io lo adoro e vivo per lui: sono sicuro che se capitava a un’altra persona a quest’ora era già morto. Lei mi chiederà perché mi sono rivolto a lui: perché non sapevo cosa c’era dietro questo mercato e questi mercenari di cagnari, oggi sconsiglio tutti quello che mi chiedono dove l’ho acquistato, gli racconto le sofferenze che patiscono questi cuccioli e le malattie che hanno.
Il carattere…praticamente è un cane che è talmente timido e dolce che non ha la grinta dei veri chow chow anche se io lo adoro ugualmente anzi sicuramente di più dei miei precedenti cani perché so quello che ha sofferto per il viaggio e le altre cose.
Io spero tanto che queste persone possano chiudere immediatamente per il bene degli animali, dopo qualche mese mi ha mandato il certificato, come se con quello che ha fosse possibile portarlo a qualche mostra…ma a lui interessava solo vendere il resto non gli frega nulla.
Questa è la mia triste storia e anche del mio amico Rolly che è stato veramente fortunato perché gli voglio tanto bene.
2 – Sono di roma e, come tanti, ho comprato la cagnetta a metà dicembre scorso per fare un regalo a mia figlia.
L’ho comprata in un negozio “storico” di Roma, XXXX, e non mi intendo particolarmente di cani, quindi vi racconto come è andata: entriamo nel negozio e mia figlia aveva già individuato quale cucciolo voleva fra le decine esposte, così mi vedo mettere in braccio una cagnetta minuscola e mi sento dire: “E’ una jack russell terrier, ma non ha il pedigree, perché sono cani che ancora non lo hanno, viene dall’irlanda e ha 60 giorni, è chippata, questi sono gli stikers del chip e questo è il libretto delle vaccinazioni, per il mangiare le dia eukanuba puppy allungato con acqua, le preparo una garanzia di otto giorni così se il suo veterinario dice che il cane sta male lei lo riporta, noi lo facciamo controllare al nostro veterinario e, nel caso, gli facciamo fare la quarantena qui nel negozio, grazie…il tutto fa 500 euro”.
Pago, ovviamente, e me ne vado con figlia e cagnetta…
La porto immediatamente dal veterinario che la esamina e la trova all’apparenza bene…
Dopo tre giorni la piccola inizia ad avere la diarrea, mi preoccupo pensando alla gastroenterite e corro dal veterinario il quale le somministra sulfamidici per cinque giorni e un vermifugo.
Dopo altri due giorni alla poverina inizia una tosse secca che va crescendo di ora in ora, la riporto dal veterinario il quale diagnostica una tracheite e le somministra antibiotico per dieci giorni.
Nel consulto decido di non volere assolutamente usufruire della “garanzia degli otto giorni” in quanto non mi convinceva dal punto di vista della profilassi, cioè se devo far fare una quarantena ad un cane lo debbo tenere in un ambiente sterile, dove è certo che non siano passati cani ammalati e quindi se il cane presenta sintomi di qualche malattia è sicuro che sia una “sua” incubazione e non il potenziale contatto con altri.
Sono una donna caparbia è ho fatto di tutto perché la cagnetta non morisse, quindi mi sono fidata ed affidata al veterinario e ho seguito le sue istruzioni in maniera pedissequa, sia per quanto riguarda la somministrazione delle medicine che per quanto concerne l’alimentazione.
Dopo quindici giorni la cagnetta si è ristabilita, prima è scomparsa la diarrea, poi la tosse, peccato però che a questo punto la povera bestiolina ha iniziato a perdere il pelo, sono state fatte più volte le analisi per individuare acari della rogna, ma, per fortuna, niente.
Passano altri due mesi, durante i quali ho finito di farle fare tutte le vaccinazioni e nel contempo mi sono messa a caccia per sapere da quale allevamento irlandese provenisse, ma non sono arrivata a nulla, i numeri del chip indicano il paese di origine che è l’Irlanda e una contea che però non sono riuscita ad individuare, anche le mie ricerche direttamente in Irlanda non hanno approdato a nulla, peraltro il cosiddetto “libretto sanitario” conteneva esclusivamente l’informazione che il cane aveva fatto la vaccinazione contro la parvovirosi, senza indicazioni di nessun altro tipo, quali timbro del veterinario, allevamento e/o padrone precedente, insomma nulla, soltanto dietro al foglietto degli stikers c’era una indicazione scritta “jack russell f rome”.
Nel frattempo mi rendo conto che Lilla non ha ancora iniziato a cambiare i denti e lì mi sorge un dubbio legittimo sull’età reale dell’animale… il giorno 14 dicembre 2002 il negozio ha dichiarato che la cagnetta aveva 60 giorni…
Lilla ha iniziato a cambiare i denti a metà marzo 2003… voi siete esperti di cani, io no, lascio a voi le considerazioni sull’età reale.
Sempre a voi lascio le considerazione sul fatto che ho effettuato tutte le vaccinazioni praticamente con un mese e mezzo di anticipo.
Adesso Lilla sta bene, è qui accanto a me mentre scrivo, corre salta ed è in tutto e pertutto una jack russell puro sangue, almeno quanto a carattere, perché nel fisico purtroppo ha risentito di quello che ha passato, almeno credo, è rimasta molto minuta, è vero che pesa 4 kg ed è alta circa 28 cm al garrese (una cosa giusta quindi), ma la struttura ossea è rimasta minuta, non so come spiegarmi meglio, il pelo si sta presentando con alcuni accenni broken, ma lo definirei “misto” sul muso è liscio e sulle macchie tan è broken, per di più, purtroppo, è affetta da enognatismo della mandibola e così il LIR non lo prenderà mai, ma a noi non importa è bellissima e la amiamo così com’è, ci ha riempito la vita di tanta gioia e felicità.
Però quello che ha passato, non io che la curavo notte e giorno, ma lei! non dovrebbe essere permesso in nessun modo.
Ho rintracciato un probabile fratellino di Lilla acquistato nello stesso negozio e nello stesso periodo e i padroni mi hanno confermato che anche lui ha passato, anche in via meno grave, le stesse vicissitudini, inoltre il mio veterinario disse all’epoca, che aveva in cura un altro jack nelle stesse condizioni e che secondo lui se non erano della stessa cucciolata, forse provenivano dallo stesso negozio.
Ho raccontato questa storia mille volte, sui forum specializzati, parlando con allevatori, parlando con veterinari, parlando con addestratori e ho anche pubblicato le mie proteste su di un sito specializzato, spero che questa sia la volta buona che qualcuno si muova! Se fossi stata un avvocato io stessa mi sarei mossa, ma non lo sono, faccio l’impiegata e mantengo una figlia, 4 gatti e un cane, tutti amati e curati.
Grazie per l’attenzione che avete posto al mio sproloquio, ma quando parlo di questa cosa ancora oggi mi arrabbio!
3 – Io ho comprato una decina di anni fa il mio primo boxer qui a macerata presso una specie di terribile allevamento di cani di tutte le razze.
Inutile dire che la mia boxerina veniva dall’est…e’ morta prima di due anni di tumore al fegato. E’ sempre stata bruttina e strana anche se gli volevamo tutti un gran bene…credo avesse sofferto molto perché quando l’abbiamo portata a casa era magrissima.
4 – Gentile redazione, del mio caso vi avevo già parlato mesi fa: vi avevo inviato una e-mail a firma Paola.
Riassumo in breve: ho comprato il 9-9-2001 una cucciola di bichon poil frisè presso XXXX di Montichiari (BS).
La piccola è morta due mesi dopo di cimurro.
L’ipotesi del mio veterinario è che la cucciola fosse in realtà più giovane di quanto dichiarato (infatti era la più piccola delle sorelle, ammesso che fossero sorelle) e quindi il ciclo vaccinale fosse del tutto sbagliato.
Il pedegree ungherese mi è stato consegnato prelevandolo da una pila di pedegree posti su uno scaffale.
Mi chiedo come potessero essere certi che fosse il suo dal momento che la piccola non era nemmeno tatuata.
Ho rifiutato la proposta di sostituirla con un’altra a metà prezzo (l’avevo pagata un milione e mezzo di vecchie lire), ma non sono riuscita in alcun modo a dimostrare la malafede del venditore.
Che vende anche via internet (c’è un sito a nome XXXX che fa pure le “offerte del mese” per chi voglia cuccioli in saldo!!!!).
Mi è rimasto solo il dolore per la morte della mia piccola e il rimorso per essere stata tanto credulona. Il luogo però si presenta molto bene e l’annessa clinica veterinaria tende ad accreditare un’immagine di serietà.
Per inciso anche il proprietario è un veterinario, che non fa certo onore alla professione.
Posso anche segnalare un negozio della mia città, Bergamo, che vende cuccioli di svariate razze giurando che si tratta di cuccioli provenienti dal suo allevamento. Si chiama YYYY ,via ZZZZZ.
Già numerosi cuccioli sono morti, altri hanno ricevuto pedegree che non corrispondevano all’età del cane (ad esempio un golden retriever preso all’apparente età di almeno 3 mesi risultava dal pedegree essere nato 2 mesi dopo, cioè sarebbe stato preso all’età di 30 giorni, cosa che la padrona nega assolutamente).
Ad altri il pedegree non è mai arrivato, alcuni cuccioli sono stati gravemente ammalati. Quasi tutti hanno problemi comportamentali.
Qui forse si potrebbe invocare la truffa, visto che la dichiarazione della proprietaria di avere gli allevamenti non corrisponde a verità.
Questa è la situazione per tutti o quasi i negozi di animali di Bergamo. Qui vicino a noi c’è anche la XXXX, il posto più vicino ad un lager che io abbia mai visitato. Nemmeno uno sprovveduto può fare a meno di accorgersi che lì i cani stanno malissimo.
Allora compensano questa mancanza di immagine con i prezzi bassi. Scusate la prolissità, non so se queste segnalazioni vi saranno utili, ma io spero che nessun cucciolo e nessun padrone debba mai affrontare ancora ciò che abbiamo passato noi.
Grazie per quello che fate per i cani.
Distinti saluti -
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4 – Ciao, mi chiamo Costantino, ti voglio raccontare la triste storia del mio cane: ho acquistato un Rott dieci anni fa da un privato vicino a Bergamo, essendo il mio primo cane di quella razza non sapevo bene come controllare il pedigree e verificare eventuali anomalie del cane. Il cane mi è costato 600 mila lire, una volta a casa dopo qualche tempo vedevo che aveva paura di uscire di casa, aveva paura dei cartelloni dei temporali e dei petardi.
Dopo qualche settimana ho riscontrato un’otite (poi divenuta cronica ed è stato operato alle orecchie), ho telefonato al proprietario lamentandomi di quello che stava accadendo e lui mi rispose che era strano e che gli altri cuccioli da lui venduti erano buoni.
Passano i mesi e mi arriva a casa il Pedigree, io lo porto a far controllare dal veterinario, (Clinica Gran Sasso di Milano, Dott. Cristina Crosta), leggendo il Pedigree risulta che il cane proveniva da madre dei paesi dell’Est, infatti, adesso che ricordo, quando sono andato a vedere la cucciolata, c’era il maschio (bellissimo), ma la madre non c’era!!!.
Per farla breve, dopo alcuni anni, sono incominciati i guai, displasia all’anca destra, quindi ho dovuto interrompere l’addestramento in quanto il cane dopo un po’ lamentava dolore, all’età di 8 anni tre operazioni in un anno, via milza, via testicoli, operazione per calcoli all’uretra, circa un anno dopo urina con sangue, quindi soldi per visite e antibiotici e infine incomincia a zoppicare con l’anteriore sinistro, io pensavo che avesse un po’ di artrosi, e invece dieci giorni fa purtroppo, viene riscontrato un carcinoma alla spalla sinistra (2 o 3 mesi di vita), ieri con le lacrime e il cuore spezzato ho dovuto prendere una brutta decisione di portarlo dal veterinario e non farlo soffrire più. Questa è la storia di Scion, un Rottweiler che con tutte le sofferenze che ha passato non si è mai permesso di fare del male a nessuno.
Per quelle persone che fanno queste cose, che vendono cani provenienti dai paesi dell’Est, ammalati o comunque non perfetti, dovrebbero mettersi la mano sulla coscienza pensando che fanno e faranno soffrire bambini e adulti che amano gli animali.
Ciao
5 – Siamo una famiglia che il giorno 23 di dicembre ha acquistato un cucciolo di Cavalier King Charles Spaniel presso il negozio di Milano, XXXX.
Appena arrivati a casa il cane era molto vivace, ma già dal giorno seguente ha iniziato a stare male.
Aveva diarrea, successivamente di solo sangue, e vomito e la sera stessa (24 dicembre) l’abbiamo subito portato dal veterinaio, che ha ricontrato: febbre, disidratazione che in aggiunta a già quanto presentava a casa erano tutti i sintomi di una gastroenterite virale.
Per 3 giorni è stato portato mattina e sera a fare delle iniezioni di sostanze idratanti e farmaci. Ora è dal 27 che si trova dal medico sotto osservazione. Previsioni ancora non è possibile farne, l’unica cosa che c’è stata detta è di non farci illusioni.
Abbiamo subito informato il venditore di quanto successo, dopo avergli chiesto ripetutamente se il cucciolo fosse sano, vaccinato, controllato e fosse tutto in regola. La sua unica risposta è stata: “Riportatemelo subito, IL CANE E’ IN GARANZIA”.
Per noi non è un oggetto che può essere sostituito, chiunque abbia acquistato un cucciolo in questo negozio ce lo faccia sapere perché è altamente probabile che sia infetto e noi non abbiamo intenzione di stare con le mani in mano.
6 – Scrivo per raccontare la breve storia sfortunata di un cucciolo di cane, Athena.
Poco più di venti giorni fa Anna, una mia amica, andò presso un negozio di animali per acquistare il cagnolino.
Si stupì subito che il cucciolo avesse solo due mesi di vita, ma soprattutto che fosse già stato sverminato e vaccinato. In seguito si scoprì che a fare il tutto fu lo stesso negoziante.
Purtroppo Athena dopo soli due giorni inizia a stare male, sembrerebbe nulla di grave, ma non migliorando nei giorni seguenti, Anna è costretta a contattare un veterinario.
Diagnosi: coccidi, un parassita che deposita uova nell’intestino. Il medico l’avverte che probabilmente il cane aveva questo parassita già al momento dell’acquisto.
Anna quindi chiama il negozio chiedendo che il suo cane possa essere visitato, dal momento che la garanzia di otto giorni sotto cui il cane è coperto non è ancora scaduta. Il negoziante si rifiuta, sminuendo la gravità della malattia.
Passano pochi giorni, la garanzia scade e il cane si aggrava ulteriormente.
Stavolta presenta nuovi sintomi, il respiro è affannoso, starnutisce e tossisce. Un’ulteriore visita dal veterinario chiarisce la situazione: bronchite. Le condizioni di Athena, purtroppo, degenerano ulteriormente, ancora una volta dal veterinario. Quella che si credeva essere una curabile bronchite si trasforma in una delle più gravi malattie che colpiscono i cuccioli: il cimurro.
Quasi sicuramente causato da un vaccino eseguito da persone inesperte o compiuto troppo presto sull’animale. Il negoziante smentisce tutto e invita Anna a non chiamare più dal momento che la garanzia è scaduta.
La salute di Athena per quanto già grave peggiora ancora, ai precedenti sintomi se ne aggiungono degli altri quali stanchezza, depressione, inoltre non mangia nè beve. Una nuova visita dal veterinario e un’altra pesante malattia scoperta: la parvovirosi, pericolosissima per i cuccioli. Forse provocata da un allontanamento prematuro dal latte della madre, ad ogni modo il periodo di incubazione fa presagire che l’abbia intaccata proprio nel negozio. Ormai le condizioni del cucciolo sono critiche. I veterinari decidono di ricoverarla nell’ambulatorio, ma è troppo debole per sconfiggere le due malattie che attanagliano il suo corpo. Muore dopo un giorno. Venti giorni di agonie sopportate da un cucciolo. Venti giorni di sofferenza da parte dei padroni.
Perché tutto questo?
Questo succede perché esistono ancora persone senza scrupoli che si preoccupano più di contare i soldi in cassa che della salute degli animali trattandoli con molta noncuranza come oggetti; persone bieche e ipocrite che pur di raggiungere il loro intento, si fingono veterinari facendo vaccini illegali e ignorando completamente le procedure; persone incapaci di dare affetto a creature che, al contrario, regalano amore incondizionato. In questi casi faccio davvero fatica a capire chi è il vero animale.
Athena è stata una vittima inconsapevole della crudeltà umana, una semplice pedina usata per mettere in atto degli imbrogli nei confronti della gente inesperta e ingenua. Mi auguro fortemente che la sua morte non sia stata vana ma che possa aver aperto gli occhi a qualcuno, in modo da non far cadere altra gente nelle trappole di questi commercianti di animali o per lo meno prevenire altri incidenti.
E’ stato solo un attimo, ma durerà per sempre.
Addio Athena.
7 – Ti scrivo qui la mia piccola testimonianza, una storia come molte altre e forse anche meno triste per il momento… dico per il momento perché solo il mese prossimo avrò delle “certezze” sulla salute di una dei miei Cavalier King Charles Spaniel e sarà di lei che ti parlerò in questa e-mail. Margot, si chiama così la mia piccola UNGHERESE, é stata acquistata in un allevamento di Verona (di cui non conosco il nome) da una coppia.
La cucciola aveva solo due mesi (se si tiene conto che dall’allevamento di Budapest a quello di Verona i cuccioli non ci arrivano in breve tempo siamo certi che lo svezzamento non era stato completato) ed é stata venduta assieme al suo pedigree internazionale e a una manciata di croccantini di dubbia qualità.
Margot é stata poi regalata a me all’età di 14 mesi, la sua famiglia non poteva più tenerla (possibile che l’arrivo di un bambino possa compromettere la felicità di un piccolo cane?) e io mi sono improvvisata mamma adottiva di un cane proveniente dall’Est con gran parte dei problemi che questo comporta.
Margot soffre di intolleranze alimentari che le procurano gastroenteriti molto forti e questo le ha portato inappetenza e di conseguenza sottopeso…. pesava all’epoca 4,5 kg, sono riuscita a farla arrivare ora a 6 kg e finalmente il veterinario potrà sedarla per farle le lastre che ci diranno se soffre di displasia all’anca (sottopeso non avrebbe probabilmente sopportato l’anestesia) e farà anche un ecocardio per vedere se soffre di prolasso della valvola mitralica (disfunzione cardiaca che colpisce moltissimi cani di questa razza provenienti dai paesi dell’Est).
Soffre inoltre di problemi alle articolazioni delle zampe posteriori, per il momento le rende solo la camminata un po’ buffa ma con l’andare avanti dell’età potrebbe avere problemi di deambulazione.
Mi dispiace non aver maggiori informazioni sulla vita ed i problemi di Margot prima del suo arrivo nella mia casa, rimango in ogni caso a tua disposizione per qualsiasi e a qualsiasi ora. -
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8 – In data 27 febbraio 2004 il sottoscritto XXX, ha acquistato presso il Sig. YYY un cucciolo femmina di razza Labrador Retriever assicurata dal venditore di essere di nazionalità italiana, vaccinata e con pedegree italiano, la cui età era di circa 4 mesi, pagando 450 euro (nel prezzo inclusi un collarino e una confezione di mangime da tre kg).
Il sottoscritto era stato assicurato che avrebbe ricevuto, alla fine della settimana in questione, il libretto sanitario del cucciolo, onde appurarne la salute e verificare l’effettuazione delle vaccinazioni.
Il giorno 1 marzo 2004 il sottoscritto, insieme alla fidanzata ZZZ, ha portato a controllo il cucciolo presso il Centro Veterinario “Michelangelo”, che per poter fare la sverminazione aveva bisogno del libretto sanitario che ancora non avevamo ricevuto.
Il cane si presentava con addome gonfio, problemi intestinali, diarrea con un inizio di forte tosse, diagnosticato come coccidiosi.
Il veterinario, in attesa del libretto, ha prescritto una dose giornaliera di Bactrim, ma senza risoluzione dei sintomi accusati.
Vista la situazione e con il peggioramento delle condizioni generali del cane, con ancora più insistenza abbiamo richiesto il libretto sanitario e il suddetto negoziante ci forniva un primo libretto sanitario in lingua ungherese, appartenente però ad un cane di un’altra razza (Golden Retriever).
Chiaramente insoddisfatto della situazione, ho preteso il reale libretto sanitario del cane e solo a questo punto il negoziante mi ha comunicato le origini ungheresi del cane.
Allora per risalire al libretto originario, il venditore si è messo in contatto con l’importatore, sig. AAA, il quale per oltre due settimane non ha consegnato il libretto presso il negozio.
Il cane intanto continuava a peggiorare: nonostante le cure sotto le indicazioni del veterinario, presentava, oltre alla tosse sempre più insistente e alla diarrea irrisolta, un’estesa forma di dermatite sulle zampe, a livello dei gomiti, nell’interno coscia e sulle orecchie.
Il veterinario prescriveva la seguente cura il giorno 17/3/04 (all.to n. 2): Neguvon polvere, Vetaraxoid compresse, e Impetex crema. Il giorno 18/3/04 (all.to n. 3) prescriveva: Alginor gocce per bambini, Bisolvon sciroppo. Il giorno 19/3/04 (all.to n.4) il cane effettuava analisi del sangue con il risultato di transaminasi elevate. Il giorno 22/3/04 (all.to n.5) il veterinario prescriveva, visto il sangue nelle feci e tosse sempre più insistente: Bentelan e Konakion compresse.
Il sottoscritto quindi si è recato, sempre insieme alla fidanzata, presso il negozio dell’importatore in Italia del cane, il sig. AAA, titolare del pet shop XXXX, ubicato in via XXX a Napoli, nel quale il titolare era momentaneamente assente.
Il collega che lo sostituiva, alla richiesta del libretto originale del cane, prima si rifiutava di parlare con il sottoscritto, poi insistendo, mi presentava un libretto del cane Labrador che però si rifiutava di consegnarlo poiché aveva personalmente fatto vaccinare l’animale (sostenendo di averlo fatto di tasca propria).
In seguito affermava che per avere il libretto, sarei dovuto andare presso il loro veterinario per farlo vaccinare, contraddicendo quanto aveva poco prima detto.
In seguito, dopo le mie lamentele, mi ha consegnato un foglio di carta di blocco notes che recava il nome dei supposti vaccini effettuati (Canigen CE/L e Canigen Ceppi/L entrambi della Virbac) e del vermifugo somministrato (Nemex Pasta).
Il giorno seguente mi sono recato, sempre insieme alla mia fidanzata, di nuovo presso il negozio del sig. AAA.
Con noi c’erano anche il sig. YYY e mio padre, BBB.
Finalmente abbiamo incontrato i titolare del suddetto negozio che, al termine di una lunga discussione, ancora non forniva il libretto originale, che in ogni caso non era quello che ci aveva mostrato il giorno prima il suo collega.
Ci dice altresì che il libretto non l’aveva ancora ritirato da un altro negozio di animali con allegato Ambulatorio Veterinario, quello della dott.sa CCC di Corso DDD.
Intanto, il sig. AAA prendeva i dati del proprietario del cane per poter cosi segnalare il nome presso l’ASL di competenza per l’applicazione del microchip a norma di legge.
Il sig. AAA garantiva di telefonare al proprietario del cane per fissare un appuntamento per effettuare la registrazione all’anagrafe canina, ma tale telefonata non è mai arrivata.
Altresì il sig. YYY prendeva nota degli estremi della mia fidanzata affermando che avrebbe sistemato lui la questione e che il pedegree, con il “solo” sovrapprezzo di 90 euro, sarebbe arrivato direttamente a domicilio nell’arco di tre mesi.
Dopo un’altra settimana d’attesa nella quale ho ottenuto solo una copia via fax da parte del sig. AAA del libretto del cane, mi sono recato di persona presso questo centro veterinario di Secondigliano a ritirare l’agognato libretto che era naturalmente differente rispetto ai primi due presentatici in precedenza.
Questo altro libretto, che abbiamo preso come presunto originale, è sempre scritto in lingua ungherese.
In prima pagina reca la dicitura della razza “Labrador”, mentre la data di nascita dell’animale è cancellata con il correttore bianchetto, ma si riesce a leggere “2003.12.10”.
All’interno si dichiara l’avvenuta vaccinazione per le seguenti patologie: Parvovirosi (del 20/1/2004), Leptospirosi (del 07/02/2004) effettuate in Ungheria e Canigen CE/L Virbac effettuata il 22/2/2004 dalla dott.sa Maddalena Orefice.
Ottenuto un libretto ritenuto “originale” (in base al quale si dichiarava l’avvenuta vaccinazione delle patologie di cui sopra) i nostro veterinario (in data 12/3/2004) eseguiva il richiamo della parvovirosi, registrando il tutto su un nuovo libretto sanitario in italiano (all.to 9).
Viste le condizioni del cane che purtroppo peggioravano di giorno in giorno, il 29/3/2004 il sottoscritto si recava presso un altro ambulatorio veterinario. Il dottore ha subito evidenziato la gravità della patologia del cane, identificata come sospetto cimurro.
Ha prescritto Rilexine 300 compresse, Bronchenolo sciroppo, Deltacortene compresse, Bimixin compresse.
Oltre a questo ha prescritto una cura a base di aerosol con Clenil A, Mucosolvan e Gentalyn.
Vista la condizione pessima del cane e nel dubbio che le vaccinazioni siano state davvero eseguite sul soggetto, il dottore ha consigliato di rieffettuare di nuovo il ciclo di vaccinazioni. Con questa cura il cane è guarito dalla tosse nel giro di due settimane, ma ha presentato nel contempo un peggioramento della dermatite.
A questo si è aggiunto un cambiamento nella dieta dell’animale, che ha utilizzato quindi da marzo in poi un prodotto dietetico-veterinario per la risoluzione della diarrea cronica, dovuta anche ad una predisposizione del cane alla colite.
Un’analisi più accurata della pelle (con raschiamento del pelo) ha condotto alla diagnosi di rogna rossa pruriginosa, difficilmente curata con tre iniezioni di Ivomec.
Il cane, stressato da tutte le somministrazioni di medicinali di questi tre mesi, ha accusato un decadimento della condizione generale del pelo che si presentava opaco e debole, nonché rado sulle orecchie, le zampe e le spalle.
Il cane ha dovuto subire un ennesimo trattamento ricostituente: Clorexiderm soluzione e Redonyl compresse.
In aggiunta a ciò, visto che l’animale ha raggiunto il settimo mese di vita, mi è stato consigliato di eseguire delle lastre di controllo di routine nelle razze di taglia medio-grande per verificare la presenza o meno della displasia dell’anca, patologia congenita a carattere ereditario dovuta ad errata selezione dei genitori e dalle origini non controllate.
La patologia è risolvibile solamente tramite una difficile (e molto costosa) operazione chirurgica, visto che comporta una grave degenerazione articolare progressiva.
Quindi in data 15/6/20o3 sono state eseguite le radiografie alle anche e al gomito-spalla (per via di una zoppia alla zampa anteriore sinistra comparsa improvvisamente la sera precedente alla visita).
Le lastre hanno evidenziato quanto sospettato che il cane è affetto da displasia dell’anca, in maniera vistosa soprattutto a quella destra. Ad oggi il pedegree promesso non è mai arrivato cosi come la convocazione per il microchip, per questo abbiamo provveduto personalmente in data 18/5/2004 a registrare il cane all’anagrafe canina presso l’ASL NA 1 del Parco San Paolo.
9 – Il mio sogno è sempre stato avere un carlino.2 anni fa sono venuta a convivere con il mio ragazzo e l’anno scorso l’ho convinto a prenderlo. non eravamo, purtroppo, a conoscenza di quello che si cela dietro al traffico di cani. Infatti continuo a darmi dell’ignorante e della stupida, ma ormai è tardi.
Ci siamo recati da un allevatore dal quale avevamo già comprato un cucciolo di labrador del quale siamo rimasti molto contenti: sanissimo e un esemplare molto bello. Quindi siamo andati a fiducia. Arrivati là, anche se lui di carlini non ne ha e non ne accoppia, ci ha detto che nel giro di pochi giorni si sarebbe informato e mi avrebbe chiamata.
Il giorno dopo telefona e mi dice che tra 2 giorni se lo voglio è disponibile un cucciolo di carlino nero di 2 mesi: io ero talmente contenta che non ho esitato a dire di sì.
Dopo 2 giorni vado a prendere Ciki, questo era il nome che avevo dato al mio cucciolino. Già da vedere non era uno spettacolo: il nasino completamente pieno di muco e un pancino gonfio che non nascondeva la presenza di vermi. Gliel’ho fatto notare e per il raffreddore ha detto che in un paio di settimane sarebbe guarito e per i vermi che era già stato sverminato. Era il 10 di febbraio, quindi sapendo che sono cani molto delicati non ci ho dato peso.
Gli ho parlato del pedigree e, io ignorante anche in questo campo, sono stata presa in giro. Mi ha detto che per il pedigree bisognava pagare molti soldi e che erano cani che per avere il pedigree i genitori dovevano aver partecipato almeno una volta ad una mostra. Lo so sono stata proprio una stupida ma io non ne sapevo niente. Mi ha dato il libretto sanitario (che era fotocopiato!) dicendomi che dopo 15 giorni avrei dovuto fare il richiamo del vaccino. Ho pagato Ciki 560 euro.
Arrivata a casa Ciki non sembrava stare bene, tossiva ed aveva paura delle persone, era timoroso.
Nel pomeriggio l’ho portato dal veterinario. Il responso: dovevo sverminarlo, sottoporlo ad una cura antibiotica e di aereosol perchè aveva una tracheite e tutti i linfonodi molto gonfi e la cosa più brutta: il cucciolo era ipotermico. Il veterinario mi disse che avevo 15 giorni di tempo per decidere se tenere il cane o riportarglielo. Non pensai neanche a questa soluzione che forse però sarebbe stata la migliore.
Ho iniziato a curare il cucciolo che continuava ad essere molto timoroso e impaurito. Non ho mai visto miglioramenti. Continuava a tossire e stava un pò meglio solo quando gli facevo l’aereosol. Nonostante l’avessi risverminato più volte il pancino era sempre gonfio, però ha sempre mangiato.
Solo dopo quasi 3 settimane Ciki aveva preso completa fiducia verso di me e mi era sempre appiccicato. Non voleva mai stare solo, è stato il cane più affettuoso che abbia mai visto….
Il 22 di marzo ho visto che aveva qualcosa di grave… l’ho portato di corsa dal veterinario che mi disse che aveva avuto un prolasso dell’intestino e che era una cosa rarissima nel cucciolo. Da lì non è più stato bene. Era affettuoso ma non aveva voglia di giocare, mangiava poco e dormiva sempre.
Sabato 27 marzo ha iniziato a stare ancora peggio. Tremava e sembrava avesse male alla pancia. Non aveva mangiato niente, ma aveva il pancino gonfissimo. Portato dal veterinario, aveva la febbre: gli fece una lastra alla pancia per vedere se vi erano corpi estranei ma non c’era nulla.
Mi disse di tenerlo a digiuno e di tenerlo al caldo e di provargli la febbre di tanto in tanto. Verso sera la temperatura si era abbassata ma continuava a respirare in modo strano dai dolori addominali che aveva.
Domenica 28 la temperatura era stabile, poi tutto in un momento ha iniziato ad abbassarsi. Era arrivata a 37. Ho chiamato subito il veterinario che mi disse che stava collassando. Lo portammo subito in ambulatorio.
Ciki portato a casa era 8 etti, in un mese era arrivato ad 1 kilo. Era magrissimo. Voleva metterlo sotto flebo ma non ci riusciva perchè le vene erano troppo sottili e fragili. Poi ricordo tutto sfuocato… mi ricordo che piangevo e Ciki ogni tanto perdeva conoscenza. Stava morendo, ma ho sperato fino all’ultimo. Poi decisero di operarlo perchè era l’ultima speranza.
Ciki alle 11 di quella mattina mi lasciò.
Non aveva neanche 4 mesi… ho sofferto e soffro tutt’ora…sono cose che non si dimenticano….nessun animale dovrebbe soffrire così!!! Non ho mai saputo con certezza che fosse un cucciolo proveniente dall’Est, ma dopo questa esperienza mi sono informata (era ora) e ho scoperto delle cose atroci: ormai sono quasi certa che Ciki fosse uno di quei cuccioli che arrivano da là.
L’unica cosa che mi rende felice è che Ciki almeno per un mese e mezzo abbia scoperto cos’era l’amore e che si sia sentito coccolato e voluto bene. Anche se per poco è stato felice!
Ciao mio piccolo angelo!
10 – Vi invio copia del documento stilato dal mio avvocato e inviato ai signori XXX:
Oggetto: Risarcimento danni a seguito acquisto cane di razza Bassethound
La presente per richiedere i danni morali e materiali conseguenti all’acquisto del cane in oggetto per certificata malattia CIMURRO come da attestato del laboratorio di analisi Veterinarie San Marco di Padova, che si allega.
• il 16/11/2003, in occasione della Mostra del Cucciolo nella quale eravate espositori, avevo mostrato interesse nell’acquisto di uno dei due cuccioli maschi di Bassethound da Voi esposti;
• nel periodo intercorrente tra il 16/11 ed il 30/11 ho effettuato numerose telefonate al Vs. incaricato, (tel. xxxxxxx) onde accertarmi che il cucciolo visionato in precedenza non fosse venduto e consentendomi quindi di poterlo acquistare il 30/11, data nella quale avrei effettuato un apposito viaggio a Torino dietro appuntamento con Voi.
• Il 30/11, accompagnata dal Sig. YYY, mi sono recata presso di Voi per acquistare il cane, ma lo stesso presentava una tosse persistente che è stata giustificata da Voi come un semplice raffreddore. A dispetto dell’appuntamento concordato, avete insistito per non consegnare il cane onde consentirVi di curare questa malattia da Voi dichiarata lieve.
Tale soluzione è stata da me ben accetta in quanto Vi ho dichiarato che avendo due bimbe di 4 ed 8 anni che desiderano da tempo un cane, oltre che per motivi igienici, era preferibile non farLe avvicinare ed affezionare ad un animale malato che poteva morire.
• Il 30/11 ho provveduto comunque a saldare l’acquisto del cane con un assegno di importo pari a 450,00 Euro.
• Nel periodo intercorrente tra il 30/11 ed il 21/12 ho effettuato numerose telefonate per accertarmi dello stato di salute del cane e ricevendo continue rassicurazioni sia dal sig. XXX, sia dalla sua collaboratrice, che il cane era in netto miglioramento. Per questo motivo avete pertanto stabilito di far ritirare il cane il giorno 21/12.
• Il 21/12 ho effettuato il secondo viaggio a Torino, sempre accompagnata dal Sig. YYY, per ritirare il cane. Purtroppo anche in quella data il cane presentava la stessa tosse del 30/11, cosa testimoniata peraltro anche dalla postilla da Voi apposta sulla scrittura privata di compravendita dietro nostra insistenza. Ovviamente avete più volte asserito che quella tosse sarebbe sparita di lì a pochi giorni somministrando semplicemente lo sciroppo da Voi consigliato e” cambiando aria” e non dovevo in alcun modo preoccuparmi delle possibili ripercussioni fisiche e morali delle mie due bimbe.
• Il 23/12 a causa della persistente tosse, ho sottoposto il cane a visita veterinaria presso la “Clinica Veterinaria Romana San Francesco” di Roma, sentendomi consigliare con stupore un immediato ricovero per chiari sintomi di cimurro. Lo stesso giorno, in occasione del ricovero, il cane è stato sottoposto a prelievo per esame sierologico dal personale della stessa clinica veterinaria.
• All’inizio di gennaio ho preso visione del reperto rilasciato dal Laboratorio privato di Analisi Veterinaria San Marco di Padova, nel quale si attesta la malattia “CIMURRO CANINO”.
• Dal giorno 23/12 alla data odierna sto sottoponendo il cane a continue cure mediche nella speranza di una possibile guarigione.
A seguito di quanto sopra la sottoscritta chiede che vengano da Voi rimborsate tutte le spese di assistenza medica sostenute e da sostenere per le quali Vi rendicontero’ quanto prima l’importo.
Inoltre qualora il cane deceda, oltre i danni materiali consistenti in questo caso nelle spese di trasferta, nell’acquisto del cane, e nelle spese mediche, sarà mia cura quantificare i danni morali derivanti presumibilmente anche dal trauma subito dalle mie due bimbe di 4 e di 8 anni, fatto del quale Vi avevo informato sin dal giorno 30/11.
Bene (anzi, malissimo): direi che può bastare, quindi mi fermo a 10 testimonianze: ma ne ho moltissime altre.
E adesso che avete letto…se sento ancora parlare di “poveri allevatori dell’Est” presi di mira dagli invidiosi allevatori italiani, giuro che partono gli insulti.
http://www.tipresentoilcane.com/2012/11/29/cuccioli-dellest-gioch ... -
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Cuccioli dell’Est: con la nuova legge è cambiato poco. Consigli antitruffa.
Sembrava che fosse stato compiuto un passo importante verso la soluzione di un problema ormai trentennale: l’importazione di cuccioli dai canifici dell’Est.
L’anno scorso, infatti (legge 201 del 6 novembre 2010) sono stati introdotti nel nostro codice penale i reati di “traffico illecito di animali da compagnia” e di “introduzione, trasporto e cessione illecita di animali da compagnia”, che prevede pene discretamente severe (reclusione da tre mesi a un anno, multa da 3.000 a 15.000 euro) per chi “introduce nel territorio nazionale cani o gatti privi di sistemi di identificazione individuale – microchip o tatuaggio – e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale (art. 4 comma 1).
- trasporti, ceda o riceva cani o gatti privi di sistemi di identificazione individuale e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale. (art. 4 comma 2).
Aggravante: la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 3.000 a 15.000 euro è aumentata se cani o gatti introdotti illecitamente sono cuccioli di età accertata inferiore alle 12 settimane o provengono da zone – Paesi dell’Est – sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria adottate dalle competenti autorità dei Paesi di provenienza per evitare la diffusione delle malattie proprie della specie come ad esempio la rabbia (art. 4 comma 3)”.
Bene: cos’è cambiato, rispetto a prima?
Praticamente nulla.
I cagnari dell’Est continuano a produrre cuccioli allo stesso ritmo, mentre gli importatori – in gran parte, neanche tutti – si limitano ad appiccicare ai cani un passaporto quasi sempre regolare (non sempre) e un libretto di vaccinazione: ma per compilare un libretto di vaccinazione fasullo basta un veterinario compiacente.
In questo modo i trafficanti oggi sono perfettamente in regola: ma trafficanti restano.
Quanto ai cuccioli, sono esattamente quelli di prima, perché ovviamente la legge italiana non può interferire sul modo in cui i cani vengono allevati in Ungheria o in Romania: quindi cani male allevati, non selezionati, male alimentati, nati da fattrici sfruttate fino all’inverosimile.
Certo, non devono avere meno di 12 settimane: ma CHI può dire quanti giorni ha esattamente un cucciolo? I primi denti da latte cadono a tre mesi e mezzo: prima di allora è impossibile per chiunque – esclusi forse gli allevatori della stessa razza, che ovviamente hanno l’”occhio” giusto per le dimensioni dei cuccioli, stabilire se un cane ha 35, 40 o 50 giorni.
E allora?
Allora, in pratica, siamo al punto di partenza. Qualche trafficante particolarmente imbecille riesce a farsi fermare e a farsi sequestrare i cuccioli, come è accaduto pochi giorni fa a Milano e un paio di settimane fa a Bologna e ad Arezzo: ma ormai si tratta di casi rari, perché non ci vuole quasi niente ad appiccicare un paio di documenti ai cani e a mettersi in regola con una legge fin troppo facile da “accontentare”.
L’unico, vero modo per fermare il traffico di cuccioli dall’Est (e non solo) sarebbe stato un limite di età più severo: cinque mesi sarebbe stato ragionevole, visto che a quell’età è possibile stabilire dai denti, con buona approssimazione, una data di nascita.
Inoltre un cane di cinque mesi non è più appetibile per il cliente medio di negozi e fiere del cucciolo: la gente vuole il cucciolo più piccolo possibile. Importare cuccioloni non garantirebbe il lucro che invece si assicurano coloro che trafficano in cani di pochi settimane.
E’ evidente, quindi, che il traffico non si è mai voluto veramente fermare: la nuova legge garantisce un minimo di attenzioni in più, questo sì, ma le importazioni continuano e – ripetiamo – nessuno ha il potere di controllare come vengano allevati i cuccioli nel loro Paese d’origine.
RICORDIAMO, DUNQUE, CHE I CUCCIOLI DELL’EST:
- Sono cani prodotti come oggetti;
- Le cagne vengono fatte partorire ad ogni calore e vengono tenute in gabbie per tutta la vita (a volte sollevate da terra in modo che le deiezioni escano: a volte neanche quello);
- I controlli sanitari non esistono, come non esistono le vaccinazioni. Tantomeno esistono i controlli morfologici o gli esami per le malattie genetiche; i pedigree, quando esistono, sono immancabilmente falsi; dopo l’entrata in vigore della nuova legge, i passaporti e i libretti sanitari, invece, sono quasi sempre veri… ma non danno alcuna garanzia, perché basta un veterinario compiacente per appicciare bollini e firmare libretti senza che il cucciolo abbia mai ricevuto alcuna vaccinazione (ricordiamo, tra l’altro, che una vaccinazione eseguita prima dei 50 giorni è praticamente inutile);
- I cuccioli vengono tolti alla madre appena svezzati e caricati su furgoni o camion (ultimamente anche in macchina, perché i controlli sono meno frequenti), a centinaia, dentro gabbie per polli o conigli oppure, come nelle foto, stivati sotto i sedili;
- Arrivati in Italia, quelli sopravvissuti (anche meno della metà) finiscono nei negozi, negli allevamenti multirazza (da 10 razze a 100) o nelle fiere del cucciolo
- Dai negozianti vengono comprati a 50/150 euro l’uno (a seconda della razza)…e rivenduti a prezzi che possono variare dai 4-500 ai 2-3000 euro per le razze più “pregiate”.
- In negozio i cuccioli vengono venduti quasi sempre con garanzia di 24-48 ore o di una settimana…quando le malattie infettive hanno un’incubazione di almeno 10 giorni
- I cuccioli invenduti, se crescono troppo e non sono più appetibili per il cliente, vengono fatti misteriosamente “sparire”
- I contratti di acquisto comprendono clausole assurde: per esempio, non puoi andare da un veterinario prima di 3 giorni o DEVI rivolgerti al loro veterinario di fiducia
- Se un cucciolo allevato e importato in queste condizioni sopravvive, nelle migliori delle ipotesi avrà questi problemi:
1. Non sembrerà per nulla un cane della sua razza
2. Presenterà malattie genetiche
3. Presenterà problemi comportamentali come mordacità, iperattività, timidezza, fobie, ecc…
4. Avrà un sistema immunitario debole e quindi sarà facile preda di tutte le malattie che possano vernivi in mente.
5. Potrebbe portare in Italia germi, batteri e virus tipici della sua zona di nascita, contro i quali i cani “nostrani” non hanno difesa. Qualche anno fa, dall’Ungheria, arrivò un tipo di parvovirosi contro cui le vaccinazioni erano inutili, perché apparteneva ad un ceppo sconosciuto. Prima ancora era arrivato un ceppo letale di cimurro. -
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COME TUTELARSI
C’è un solo modo per fermare una volta per tutte il traffico di cuccioli: NON COMPRARLI.
Se finisse la richiesta, finirebbe anche l’offerta.
Il difficile, però, è diventato identificare questi cuccioli: perché a forza di parlarne e riparlarne (mai in modo sufficiente…ma qualcosa è stato fatto: servizi sui giornali, un servizio discreto delle Iene ecc. ecc.), la gente ha cominciato ad intuire la verità…e subito i canivendoli si sono fatti furbi. Ora fanno i salti mortali per non far capire la reale provenienza dei cani che vendono.
Vediamo, dunque, di redigere un piccolo vademecum anti-fregatura:
1 – NON COMPRARE cuccioli in negozio: purtroppo i negozi di animali sono ancora la più grande fonte di smercio di cuccioli dell’Est. Se il vostro negoziante di fiducia, che magari è anche un amico, vi ha raccontato che i cuccioli che vende lui sono allevati dalla sua stessa famiglia, o sono cuccioli di clienti fidatissimi, allevati e tenuti benissimo, fatevi rilasciare una dichiarazione scritta che contenga tutte queste affermazioni, sottoscritte e firmate dal negoziante. Fatevi anche rilasciare una garanzia (sempre scritta e firmata) di almeno quindici giorni, che vi tuteli in caso il cucciolo dovesse manifestare sintomi di una delle principali malattie infettive (cimurro, epatite, leptospirosi, parvovirosi). Se il negoziante vi dice che sono cuccioli nati in allevamento, esigete di sapere nome, cognome e indirizzo dell’allevatore: NON C’E’ MOTIVO AL MONDO per cui non debbano dirvelo. Non esiste alcun “diritto alla privacy” per questi casi. Se il negoziante si arrampica sugli specchi, significa che la provenienza NON è quella che vi raccontato.
2 – NON COMPRARE MAI cuccioli alle “fiere del cucciolo”, “cucciolandie” e affini. Sono sempre, tutti, nessuno escluso, cani dell’Est.
Se volete fare il bene dei cani, non andate neppure a visitare le fiere del cucciolo.
NOTA: le fiere non sono autorizzate alla vendita. In teoria dovrebbero essere semplicemente “esposizioni” di graziosi cuccioli da mostrare ai bambini. In realtà tutti gli espositori vendono i cani sottobanco, solitamente dando appuntamento ai clienti in vie traverse, caselli autostradali eccetera, con la scusa che “stanno facendogli un grandissimo favore e rischiano anche una multa, ma visto che il cliente ci tiene così tanto ad avere il cucciolo, fanno uno strappo alle regole”.
In realtà lo fanno in continuazione: più cuccioli si levano di torno e meglio è, perché i cuccioli crescono e alla fiera successiva ne servono altri più piccoli. Inoltre questi cuccioli sono già stati sottoposti a stress eccessivi (dal viaggio alla manipolazione degli stessi bambini inconsapevoli di stressare i cani…e di potergli anche trasmettere una compilation di malattie) e quindi molti di essi sono destinati ad ammalarsi e morire nel giro di pochi giorni. Molto meglio che succeda a casa vostra, anziché sui loro camion: gli risparmiate la seccatura di liberarsi dei corpi.
3 – FARE MOLTISSIMA ATTENZIONE agli annunci di “privati” su Internet o sui giornali.
Alcuni, ovviamente, sono veri annunci di veri privati che hanno fatto la loro cucciolata in casa… ma moltissimi, ormai, sono annunci di gentaglia che importa pochi cuccioli alla volta e li smercia, appunto, privatamente, guadagnando qualche bel soldino a spese di cani e di ignari clienti.
Per capire se stiamo cadendo in una di queste trappole possiamo fare tesoro dell’esperienza di Marco (il nome è di fantasia), che ci ha scritto raccontando la storia della piccola Birba.
La situazione è – purtroppo – classica: una coppia decide di prendere un cane, guarda su Internet (mezzo che ormai utilizziamo quasi tutti per acquisti di qualsiasi genere), finisce su un sito di annunci che propone cucciolate sia da allevamenti che da privati.
Con un ragionamento comune – ahimé – a molte persone, Marco esamina soprattutto gli annunci dei privati.
Perché?
Non solo perché spera di risparmiare, ritenendo che gli allevatori siano troppo cari, ma perché ha, dell’allevamento, la visione distorta che spesso ne danno le stesse associazioni animaliste (che così si danno la zappa sui piedi, gettando il pubblico in pasto ai malintenzionati): ovvero quello di cani allevati “in batteria”, poco amati, considerati “oggetti da vendere”.
Al contrario, il privato richiama l’idea della tenera famigliola che ha deciso di far avere i piccoli all’adorata cagnetta di casa: piccoli che saranno accuditi, curati come bambini, che cresceranno tra amore e coccole.
ERRORE NUMERO UNO. Mai sentirsi troppo sicuri che il cucciolo allevato “in famiglia” sia anche allevato bene.
E’ vero che le famiglie “normali”, quelle “vere”, che non si prestano a fare smercio di vite per conto dei cagnari italiani e stranieri, tirano su le cucciolate con infinito amore: ma anche, molto spesso, con infinita ignoranza.
Ho visto cuccioli rischiare la vita perché la loro tenerissima e innamoratissima famiglia non aveva la minima idea del fatto che andassero sverminati. E ne ho visti altri manifestare precocemente problemi di carattere, scoprendo poi che fin dai primi giorni di vita era stato permesso ai bambini di casa di giocarci come se fossero peluches.
Insomma, l’acquisto da un privato comporta qualche rischio anche quando non ci sono loschi affari sotto. E’ vero che un cucciolo in allevamento può costare un po’ di più, ma c’è un motivo molto semplice: la qualità si paga. Vi rimando a questo articolo per capire come e perché.
Certo, se non te ne preoccupi, poi puoi “scontare” il cucciolo di qualche centinaio di euro. Ma sulla pelle sua.
E’ anche vero che esistono allevatori che in realtà sono veri e propri “cagnari con beneplacito dell’ENCI”: ma basta dare un’occhiata in giro per rendersene conto.
Cani “stivati” in gabbia, troppe razze diverse, cuccioli tenuti nello sporco e così via sono chiari sintomi che è meglio andarsene di corsa (per saperne di più su come identificare un buon allevatore, potete leggere questo articolo).
Col privato non è possibile alcun controllo di tipo “ambientale”, perché i cani sono tenuti in casa… ma attenzione: uno dei sistemi quasi sicuri per riconoscere la truffa sta nel fatto che i rivenditori di cani dell’Est, a casa loro, non vi faranno mai andare.
E infatti Marco racconta: “Il cucciolo ce l’hanno portato nel parcheggio di un centro commerciale. In realtà avevamo preso appuntamento per andarli a vedere a casa loro, ma poi ci hanno telefonato dicendoci che venivano in zona, e che avrebbero potuto portarci la cucciola lì…”
ERRORE NUMERO DUE. Mai, mai e poi MAI accettare una consegna “per strada”.
Anzi, questo è praticamente il “bollino blu” del cagnaro.
Il cliente ha tutto il diritto di vedere non solo il cucciolo (o i cuccioli), ma anche la mamma: lo stato di salute e di forma della madre, infatti, può dare indicazioni preziose su quello dei figli.
Ovviamente, quando parliamo di traffico dall’Est, parliamo di cuccioli che non hanno alcuna mamma presente: la mamma è rimasta in Ungheria o in Romania, pronta per la prossima “sfornata” di piccoli che avverrà puntualmente al prossimo calore (le fattrici, infatti, non vengono mai fatte riposare tra una cucciolata e l’altra,come avviene normalmente in allevamento: sono considerate “macchine da riproduzione”, da sfruttare a più non posso finché, sfinite, non ci lasciano la pelle. E a quel punto, avanti la prossima!).
Per questo i trafficanti non permettono praticamente mai ai clienti di andare a casa loro: sarebbe un po’ difficile giustificare l’assenza di una cagna adulta quando vi hanno raccontato, come nel caso di Marco, che “la cucciola era l’unica figlia della loro cagnetta di casa”.
Un altro motivo per non farvi andare a casa loro è il fatto che questi signori usano quasi sempre nomi fittizi, per non potere essere rintracciati in caso di problemi: siccome un numero davvero impressionante di cuccioli dell’Est si ammala e muore a pochi giorni dall’acquisto, per evitare grane preferiscono defilarsi. Quindi: solo telefoni cellulari, nomi falsi, nessun indirizzo. E il cliente resta scornato e infelice.
Birba arriva nella sua nuova casa, i suoi nuovi amici umani sono felici: con la sua piccola ma importante presenza, ci dice ancora Marco, “un piccolo raggio di sole ha illuminato le nostre vite”. Purtroppo, nel giro di una settimana, quel raggio di sole si spegne.
La cagnolina comincia a star male, viene portata di corsa dal veterinario, la diagnosi è terribile: parvovirosi, una delle malattie infettive più letali nei cuccioli, contro la quale esiste la vaccinazione… peccato che lucrare su queste piccole vite innocenti significhi risparmiare veramente su TUTTO. Quindi i cuccioli dell’Est non vengono quasi mai sverminati né vaccinati, anche se… “ci hanno consegnato il libretto di vaccinazione!”, si stupisce Marco.
Purtroppo noi non ci stupiamo altrettanto (vedi sopra: basta un veterinario compiacente per compilare centinaia di libretti falsi).
Birba muore dopo terribili sofferenze, seguendo la sorte di altre migliaia di cuccioli dell’Est: e solo a questo punto Marco scopre che, in rete, erano presenti decine di annunci che facevano riferimento allo stesso numero di cellulare e allo stesso nome (falso), che proponevano cuccioli di diverse razze.
ERRORE NUMERO TRE: mai acquistare cuccioli da sedicenti “privati” che in realtà vendono cuccioli di diverse razze.
Se questo controllo l’avesse fatto prima, se non altro Marco avrebbe subodorato qualcosa: difficile raccontare la storia della “cucciolina figlia della cagnetta di casa”, se poi si vendono chihuahua, boxer, maremmani, bulldog e terranova dallo stesso sito.
Se pensate di rispondere ad un annuncio, quindi, controllate subito (magari mettendo il numero di telefono in un motore di ricerca, perché i cagnari più astuti si servono di siti diversi, proprio per evitare questo controllo).
Dopo pochi giorni molti annunci scompariranno: infatti, al primo cliente che chiama per dire che il cucciolo si è ammalato (o che è morto) i truffatori cambiano nome e numero di cellulare: continuano così la loro bieca attività in santa pace, senza poter essere rintracciati da coloro che hanno già truffato.
MORALE DELLA (TRISTE) FAVOLA: rispondere ad annunci su Internet (ma anche sui giornali cartacei) è diventato ad altissimo rischio, da quando i trafficanti hanno scoperto questo comodo mezzo per abbindolare la gente: ma siccome NON sono tutti truffatori né trafficanti, non possiamo neanche suggerirvi di evitarli a priori… altrimenti i “veri” privati che hanno fatto la loro cucciolata con tanto amore non saprebbero più a che santo votarsi.
Una cosa è certa: se volete un cane di razza pura , dovreste sempre e solo rivolgervi a un buon allevamento italiano, specializzato nella razza, iscritto all’ENCI e anche alla società specializzata (ce n’è una per ogni razza).
In alternativa, scartati assolutamente negozi, fiere del cucciolo e allevamenti che vendono decine di razze (ribadiamo: NON sono allevatori ma “cagnari” nostrani o, peggio, importatori), che sono tutti rivenditori ” tipici” di cani dell’Est, il privato può essere una scelta accettabile, ma solo se vi consente di andare a casa sua a vedere i cuccioli.
A questo punto: a) avrete un indirizzo reale a cui fare riferimento; b) potrete vedere la madre dei cuccioli ed accertarvi che davvero ci sia una sola cucciolata in quella casa (se la madre non c’è, non accettate nessuna scusa al mondo e filate via a gambe levate); c) basteranno poche domande per capire se i cuccioli sono stati sverminati, vaccinati, come sono stati tenuti, cos’hanno mangiato e così via.
Non cadete MAI nella trappola del “vi veniamo incontro”, “passiamo da lì”, “per vostra comodità veniamo noi da voi” eccetera eccetera: sono tutti specchietti per le allodole.
Non cadeteci, se non volete finire come Marco (e come migliaia di altre vittime ingenue), che adesso spera di riuscire ad iniziare un’azione legale, e scrive: “più i giorni passano e più il dolore si trasforma in rabbia nel sapere che personaggi come quelli con cui noi purtoppo abbiamo avuto a che fare sono liberi di fare quello che vogliono con degli esserini innocenti… Il problema non sono i soldi, queste persone DEVONO FINIRLA, punto e basta! Ormai il dolore per la nostra cagnolina noi ce lo porteremo dentro e riavere i nostri soldi di certo non ci farà stare meglio, ma forse sapere di avere impedito a queste persone di giocare con i sentimenti di altre persone (mi immagino come ci può stare un bambino…) un minimo di sollievo può portarcelo”.
Purtroppo non sarà facile trovare questo sollievo, visto che a quel cellulare non risponde più nessuno e che il nome fornito dai venditori è risultato falso, cosa che aggiunge rabbia e frustrazione perché, “dopo”, tutti – ma proprio TUTTI – si meravigliano di essere stati così ingenui: “Ci hanno detto che il giorno successivo avrebbero avuto degli impegni – racconta ancora Marco – e che la cagnolina era già impegnata, però loro avrebbero preferito cederla a noi… insomma ci siamo fatti abbindolare…”
Ma non bisogna autoflagellarsi: è l’”effetto cucciolo” che porta a questi risultati. Per chi ama gli animali, trovarsi tra le braccia un esserino tenero e indifeso che chiede solo il nostro affetto ha un effetto letteralmente ipnotico: tutto il resto del mondo scompare, le parole si ascoltano distrattamente, tutta la nostra attenzione è accentrata sul cucciolo.
Marco si spiega che “ci hanno dato innumerevoli rassicurazioni riguardo al fatto che il cane fosse vaccinato e sverminato…“, ma la verità è che anche se il venditore, in quel momento, recitasse “la vispa Teresa avea tra l’ erbetta”, cambierebbe ben poco. Siamo caduti preda di un colpo di fulmine, dobbiamo avere assolutamente quel cane, non possiamo vivere un altro secondo senza di lui.
I trafficanti lo sanno benissimo, e ci marciano. Per questo è tanto importante pensarci PRIMA, quando non abbiamo ancora batuffoli pelosi tra le braccia a farci perdere la testa.
Pensiamoci, ragioniamoci, non lasciamoci truffare: e ricordiamo che se il pubblico medio smettesse di essere tanto ingenuo, il traffico dell’Est (contro il quale le nostri leggi, colpevolmente, fanno ben poco) si esaurirebbe da solo.
E si risparmierebbero non solo tante truffe, ma anche tante piccole vite innocenti.
Concludo con un’osservazione collaterale: da ex allevatrice non posso certo sostenere che è una brutta cosa volere un cane di razza pura. Dico, però, che è una scelta che deve avere basi fondate: per esempio “voglio allevare”, “voglio fare esposizioni”, “voglio fare prove di lavoro riservate ai cani con pedigree”.
Se non avete una di queste esigenze, ricordate che i canili sono ZEPPI di cani che attendono una famiglia e che possono darvi le stesse identiche gioie di un soggetto “titolato”.
Se volete il cane di razza perché vi è piaciuta la sua foto sulla rivista, siete sulla strada sbagliata: un cane è un amico, non un quadro o un soprammobile che si compra per la sua estetica.
Proprio in chiusura, ultimissimo consiglio: qualora vogliate intraprendere l’altra strada sbagliata del “voler spendere meno possibile”, cercate almeno di non dover investire in spese veterinarie quello che avete risparmiato all’acquisto.
Quindi non limitatevi a fare tutto il possibile per stare alla larga dai truffatori, perché se non siete esperti – e se quelli sono particolarmente astuti – non è escluso che ci caschiate anche se vi credevate smaliziatissimi: fatevi anche firmare, SEMPRE E COMUNQUE (anche in allevamento!) un contratto di acquisto in cui vengano riportati chiaramente tutti i dati del cane, l’età esatta, la data di vendita, le vaccinazioni eseguite, il nome del veterinario e i dati anagrafici dei venditori.
E pagate sempre e solo con assegni bancari o bonifici: mai in contanti.
A volte bastano piccoli, banali accorgimenti per tutelarsi ed evitare di finire in lacrime, con una bella sommetta in meno e, tra le braccia, un povero cucciolo senza vita. -
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Inserito il: 04 Dec 2012 12:39
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Che vergogna !!!! che schifo !!!!! che orrore !!!!!!!
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Poveri piccini!!qui in zona,i sequestri sono frequenti,spesso le persone indegne che vengono fermate sono le stesse fermate con un carico di cuccioli tempo prima .Peccato che non si faccia abbastanza per non farli delinquere ulteriormente!
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Inserito il: 06 Dec 2012 19:03
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Santo cielo che schifo...non ho veramente più parole, si deve solo continuare a spargere voci su quanto succede e diffidare la gente dal comprare cuccioli in negozio
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Inserito il: 06 Dec 2012 20:12
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Grazie Micky!
Copierò il vademecum antifregatura!
A volte ci capita di ricevere richieste di informazioni su come comprare un cucciolo e mi sembra che questo vademecum sia molto dettagliato ed esaustivo sull'argomento!
Posso chiederti la fonte? -