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Inserito il: 17 Jan 2010 18:14
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Ieri sono stata dalla vet. per un problemino di Wendy (niente di grave) e nella sala di attesa ho trovato una rivista interessante (Zampe & Zampe) con un articolo ancora più interessante che riporto testualmente (è un free-magazine, quindi credo che non ci siano problemi di divulgazione):
"La convivenza fin dalla prima infanzia con un amico a due o a quattro zampe produce effetti benefici sui bambini, formando il carattere e insegnando rispetto e responsabilità: il pediatra Zanolini conferma.
Gli studi scientifici lo danno per assodato: la relazione tra bambini ed animali garantisce importanti e durevoli benefici nelle fasi dello sviluppo. I bimbi che, durante la crescita, possonp avere contatti quotidiani con animali domestici, acquisiscono la capacità di prendersi cura, di rispettare l'altro anche se diverso, di comprendere che esistono fabbisogni comuni (mangiare, dormire, dimostrare affetto, ecc.). Questi bambini, inoltre, tendono a diventare degli adulti più rispettosi e meno propensi all'acquisto per moda, all'abbandono, al maltrattamento. Si tratta di statistiche generali, naturalmente esistono le eccezioni, tuttavia è una buona base di partenza per decidere o meno se avere tra le mura domestiche un amico a quattro zampe, quando si sta "tirando su" la prole.
Ne parliamo con il dott. Carlo Zanolini, medico pediatra torinese. "Al di là dei discorsiprettamente medici - chiarisce Zanolini - l'animale domestico ha una funzione equilibratrice del carattere del bambino. La persona che sta crescendo e sta sviluppando il proprio carattere, con la presenza in casa di un altro tipo di animale diverso dall'uomo, viene per l'appunto a conoscenza diretta di un altro essere: questo amplia gli orizzonti del suo sapere. Incomincia a capire che esistono altre vite e che si devono rispettare."
Esiste anche una relazione di tipo fisico tra il cucciolo di uomo e l'animale? "Certo - spiega il pediatra - uno scambio che offre anche un maggior equilibrio al bambino, perchè in molti casi l'affetto che si ha per gli animali aiuta a scaricare le tensioni. L'atto di accarezzare, sia esso un cane, un gatto o addirittura un cavallo, aiuta ad esprimere in un altro modo l'affetto nei confronti degli esseri viventi. Un modo diverso da quello delle coccole che fanno i genitori, ma altrettanto importante nelle fasi di sviluppo della personalità".
Difficile sapere cosa ne pensino gli animali, chiaramente. Peraltro altri studi dimostrano che anch'essi traggono giovamento dal rapporto diretto con i bambini.
"Le bestiole si sentono prese in considerazione da un bimbo che dimostra loro affetto, che le accarezza e le coinvolge nei giochi e nella vita quotidiana", dice Zanolini.
"Il bambino non fa alcuna differenza tra un animale e l'altro: per lui riversare l'affetto su un cane, un gatto o un coniglio o una tartaruga cambia poco o nulla. Da un punto di vista più scientifico - prosegue il pediatra - sovente è stato dimostrato che la presenza di animali su bambini con problemi autistici, può dare lo stimolo a relazionarsi con la realtà e l'animale può, grazie alla sua presenza, stimolare reazioni. Di solito il bambino autistico rifugge il contatto, mentre con l'animale è quasi obbligato ad averlo e questo è positivo".
Un dato, questo, molto importante specie se si pensa che l'autismo può avere vari gradi di gravità e le forme lievi possono trarre concreti vantaggi da questo tipo di relazione. Siccome l'animale domestico normalmenteha una vita più breve rispetto all'uomo (a parte le tartarughe) l'eventuale morte può essere per il bambino un modo di apprendere come elaborare il lutto. Si soffre, si elabora e si supera. Può essere anche uno strumento educativo nei confronti di questa cosa tanto terribile quanto naturale.
Non sono tutte rose e fiori, chiaramente.
Ci possono essere delle devianze nel rapporto tra bambino ed animale: "capita che ci siano bimbi che fanno del male agli animali - ricorda Zanolini - ecco perchè i familiari devono intercettare precocemente questi comportamenti, senza dimenticare che è stato dimostrato scientificamente che i bambini i quali non vengono fermati in tali azioni violente nei confronti degli animali, possono poi sviluppare deviazioni antisociali. Le statistiche frutto di lunghi studi sul punto, rivelano chiaramente che spesso chi tortura gli animali da bambino, ha più facilità a commettere reati in età adulta".
Una delle dicerie che vanno sfatate, a parere del pediatra, è quella econdo cui gli animali portano malattie. "Da un punto di vista delle credenze, spesso si ritiene che gli animali possano infettare o causare allergie nei neonati. Si tratta solo di chiacchiere, questo dato non è assolutamente dimostrato in modo scientifico: al contrario, se ad esempio un cane è tenuto in modo civile, facendo le vaccinazioni e gestendolocon normale puliziae in buona salute - come tutti devono fare - non ci sono rischi di sorta", dice Zanolini.
Facciamo l'esempio più gettonato", quello del gatto: "Se un neonato viene in contatto con un piccolo felino, è quasi impossibile che ne diventi allergico. Mentre al contrario, se non c'è questa presenza in casa durante i primi mesi di vita. l'allergia ha più facilità a svilupparsi in età adulta. Ovviamente bisogna stare attenti perchè qualche volta gli animali senza volerlo possono causare dei traumi, come ad esempoi graffi. Ma l'attenzione per evitare questi problemi è ovviamente affidata al buon senso dei genitori o dei parenti o di chiunque accudisca gli infanti".
"Voglio concludere con un aneddoto - racconta Zanolini - un vecchio veterinario di mia conoscenza, quando le mamme andavano a chiedergli informazioni sui possibili problemi di salutecausati dalla presenza di un animale in casa, rispondeva serafico: "Stia tranquilla, signora, il bambino difficilmente trasmetterà malattie al suo cane".
Scusate la lunghezza ma come ho scritto all'inizio credo che sia davvero interessante ed avevo piacere di condividerlo con tutti voi! -
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