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Inserito il: 21 May 2015 11:15
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da "La Stampa" di oggi (Paolo Coccorese)
L’ennesimo blitz contro il canile convince l’Enpa alla chiusura
Vandali in azione in via Germagnano, distrutte le attrezzature
Torino
Il canile dell’Enpa di via Germagnano ha deciso di alzare bandiera bianca. Ieri pomeriggio, dopo la chiusura della struttura, i vandali hanno riattaccato la sede. Ed è il secondo attacco in cinque giorni. «Hanno distrutto tutto quello che avevamo, hanno staccato gli infissi dai muri, i boiler dell’acqua calda, danneggiato il nostro ambulatorio – dice Marco Bravi, presidente del Consiglio nazionale e commissario straordinario della sede torinese . A spanne, ci sono più di centomila euro di danni. A questo punto, visto che nessuno fa niente e le nostre richieste di aiuto al Comune sono rimaste inascolate, abbiamo deciso di chiudere».
Blitz nel pomeriggio
I vandali hanno atteso le 18, l’ora in cui gli ultimi dipendenti e volontari hanno lasciato il canile. Poi, hanno sfondato la lastra di metallo che i muratori avevano posizionato per chiudere la breccia nel muro aperta venerdì notte. «Sono entrati dallo stesso passaggio che avevano usato la scorsa settimana. Hanno distrutto tutto quello che era rimasto intatto dall’ultima volta» dicono da via Germagnano. Distrutto l’ufficio, i computer, ribaltato le scrivanie, scardinata una porta blindata dalle pareti, sradicato i tubi dell’acqua. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco.
Cinque attacchi
Quello di ieri è il quinto attacco dal dicembre scorso. Ma rispetto al passato, quelli dell’Enpa segnalano l’accanimento dei vandali nel distruggere scientificamente l’ambulatorio sanitario. «Hanno scaraventato per terra tutte le medicine, le bombole di ossigeno, rovinato per sempre tutte le nostre attrezzature» raccontano, disperati, i dipendenti del canile. Un messaggio preciso. L’ambulatorio è infatti la risorsa necessaria per far sopravvivere il servizio che accoglie un’ottantina di cani e una ventina di gatti. «A prezzi popolari offriamo le visite veterinarie, le vaccinazioni e le sterilizzazioni – aggiungono - Con queste entrate riusciamo a sostenere i nostri bilanci e a continuare a vivere».
Resa incondizionata
«Adesso cercheremo una collocazione per gli animali col Comune. E chiuderemo» dice il presidente, Marco Bravi. Punta il dito contro il vicino campo nomadi che circonda il canile. «Si vede che facciamo fastidio ai loro traffici – commenta - Queste persone sono informate dai mediatori culturali che gli dicono anche che cosa scrivono sui giornali. Sabato avevamo spiegato quanto era importante l’ambulatorio». Infine, attacca il Comune. «Dalla manifestazione del 25 febbraio sotto Palazzo di Città, hanno fatto ben poco. Questa è una sconfitta per tutti: per Torino, la sua amministrazione, per il mondo delle libere imprese e per le associazioni che curano gli animali».
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